La data del 17 ottobre ricopre un’importanza particolare nella storia del conflitto tra arte e potere: il 17 ottobre 1944, nelle prime ore di quel giorno di 74 anni fa, un’intera generazione di artisti europei venne sterminata nel campo di Auschwitz-Birkenau. Poeti, musicisti, pittori che per quattro anni avevano vissuto nel “ghetto modello” di Terezín furono caricati il giorno precedente, il 16 ottobre, insieme ad altri 1500 deportati su un unico convoglio ferroviario, quello che le SS chiamarono beffardamente il “treno degli artisti”, per essere poi sterminati, il giorno dopo, nelle camere a gas. Molta musica è sopravvissuta, ed è una testimonianza di come l’essere umano sia capace di creare bellezza anche nelle situazioni più difficili e inumane. Insieme alle opere di Viktor Ullmann, Ilse Weber e Erwin Schulhoff, anche “Heimatloss”, una rilettura di Paolo Marzocchi del tango ebraico “Ich hab kein Heimatland” di Fredrich Schwarz, divenuto l’inno dei senza patria nei lager di tutta Europa, e già eseguito nella forma originale dalla WKO al Teatro Pavarotti Modena lo scorso 27 gennaio.

,