Spettacoli

POUR LA FIN DU TEMPS

Cantiere ApertoteatrOltre

giovedì 23 aprile 2026
21:00

Sala della Repubblica

- ingresso libero

CANTIERE APERTO PER “POUR LA FIN DU TEMPS”
RESIDENZA DI ALLESTIMENTO

ideazione e drammaturgia Maria Alterno e Richard Pareschi musiche Olivier Messiaen, Quatuor pour la fin du Temps musiche originali Donato di Trapani
architettura sonora e fonica live Francesco Vitaliti
voci Maria Alterno, Loris De Luna disegno luci in via di definizione progetto grafico Federico Lupo
residenza di allestimento realizzata nell’ambito di RAM – Residenze Artistiche Marchigiane progetto finanziato da Regione Marche e MiC
in collaborazione con Comune di Pesaro e AMAT
Pour la Fin du Temps è l’ultimo spettacolo della trilogia sullo Spirito del (nostro) Tempo.

È un’installazione immersiva, sonora e visiva, ispirata alla celebre composizione di Olivier Messiaen, Quatuor pour la fin du temps, scritta e presentata per la prima volta in un campo di prigionia nazista il 15 gennaio 1941. Da quella genesi, uno dei momenti più emblematici della resistenza artistica del Novecento, nasce un lavoro che intende interrogare la percezione del nostro tempo presente, sospeso tra memoria, apocalisse imminente e speranza.
La drammaturgia è concepita come una partitura totale, gli otto movimenti del Quatuor si intrecciano a sonorità contemporanee tramite una tessitura che fonde strumenti acustici, elettronica e paesaggi percettivi immersivi. Frasi tratte dall’Apocalisse di San Giovanni, frammenti da L’uomo in rivolta di Albert Camus e pagine dal Diario di Etty Hillesum si innestano come voci interiori, non semplici testi narrati ma presenze sonore, strumenti che dialogano con la musica e contribuiscono a creare uno spazio di risonanza spirituale.
Lo spazio scenico è caratterizzato da un lavoro di sonorizzazione che esalta la matrice percettivo-immersiva del progetto. L’installazione trasforma lo spazio scenico, teatrale o museale, in un ambiente candido e rarefatto, con fasci di luce che filtrano come apparizioni da teli diafani e suoni scolpiti dentro un’architettura sonora viva.
Il pubblico, posto all’interno della scena, non è solo spettatore ma corpo immerso, partecipe di un’esperienza che avvolge, come fosse dentro una nube memoriale, paradisiaco-atomica.
In questa sospensione percettiva, la “fine del tempo” evocata da Messiaen diventa immagine di un oltre, non annientamento ma promessa di eternità. Un attraversamento che invita a ritrovare, anche nel nostro presente, la possibilità di Rivolta in seno alla bellezza.