Spettacoli

CANTIERE APERTO X HYPERION

teatrOltre

16 Maggio 2015

Teatro Sperimentale

- ingresso cortesia 3 euro

Sabato 16 maggio il Teatro Sperimentale di Pesaro ospita la compagnia romana Muta Imago, famosa per il suo alto lirismo e la sua delicata poetica che indaga spesso i temi della memoria e del ricordo, affronta con Hyperion l’opera di Bruno Maderna, un mosaico di opere sparse che indaga la lotta tra l’individuo e la società, tra il desiderio e la nostalgia. Un cantiere aperto dello spettacolo che offre al pubblico un’occasione per curiosare sulla genesi della creazione artistica.

[…] Hyperion è il poeta che vive incompreso nel mondo e a sua volta non comprende il mondo circostante. Due mondi, pertanto, ognuno, un caos. Bruno Maderna

Qual è il posto dell’uomo nel mondo? Questa è la domanda principale sollevata da questo lavoro. Maderna ha scritto Hyperion nella forma di un’opera aperta anche perché, forse, non può esserci risposta a questa domanda: la vita di ogni uomo è instabile, in continuo movimento, e così sarà per sempre.
Hyperion non è una composizione per il teatro, non è un’opera: è una lirica che Maderna lancia come una sfida, affinché venga messa “in forma di spettacolo”. È un mosaico di opere sparse, correlate tra loro soltanto dall’ispirazione primigenia legata all’Hyperion di Hölderlin, alla lotta tra l’individuo e la società, tra il desiderio e la nostalgia che questo testo incarna. Un mosaico che Maderna stesso non poteva fare a meno di ricomporre a ogni occasione di presentazione del lavoro, che fosse in forma scenica o in versione da concerto, dando così forma alle numerose versioni dell’opera che sono arrivate fino a noi. Una lotta, la sua, pari a quella del suo protagonista, e che arriva alle stesse conseguenze: Maderna decide di mettersi da parte come artista, di fare un passo a lato rispetto alla propria responsabilità di creatore, nel nome della possibilità di un’apertura, della creazione di uno spazio incerto. Un lavoro che si è dipanato lungo gli anni, a partire dalla prima messinscena del 1964 alla Biennale di Venezia, fino alla versione da concerto del 1969/70, quella Suite aus der Oper Hyperion, che molti ritengono la formulazione più compiuta e riuscita dell’autore. Il senso e la forma di questo cammino vorremmo indagare e riportare sulla scena.

,