Via Gioacchino Rossini, 26, 61121 Pesaro PU →
Costruito a partire dal 1599 su progetto dell’architetto Guidubaldo Del Monte, il palazzo era la prestigiosa residenza di Giulio Cesare Mamiani Della Rovere, insignito del cognome roveresco dal duca Francesco Maria II di cui era consigliere e amico. Alla morte del Mamiani, l’ala su Via Rossini - che corrisponde al fabbricato attuale - passa al figlio Francesco Maria. Nel tempo si susseguono passaggi ad alcune famiglie gentilizie: nel 1693 i Medici, nel 1698 i Gavardini cui si devono le maggiori trasformazioni del complesso architettonico, nel 1852 i Reggiani che impongono il loro stemma sul portale rinascimentale, infine i Gradari che lo cedono al Comune nel 1940. Il cortile principale, preceduto da un ampio atrio, è circondato su due lati da un doppio ordine di logge e collegato ad una piccola corte interna. Al primo piano si sviluppano sale con volte fastosamente decorate. Tra queste, l’affresco siglato nel 1747 da Giannandrea Lazzarini che raffigura episodi biblici, le Quattro stagioni in stucco e quattro medaglioni con fanciulli accompagnati da simboli classici e cristiani. Al secondo piano sono dipinte vedute dei fratelli Antonio e Romolo Liverani. Attualmente il palazzo accoglie gli uffici comunali della Cultura e del Turismo e la sede del Rossini Opera Festival. Al piano nobile il Salone Antonia Pallerini accoglie nel corso dell'anno incontri ed eventi. Al piano terra il pubblico può ammirare la berlina di gala dei marchesi Mosca. sintesi tratta dal portale istituzionale del Comune di Pesaro (sezione edifici storici). Palazzo Gradari - luogo simbolo per l’arte cittadina - il cui salone nobile è stato intitolato ad Antonia Pallerini, celebre danzatrice nata a Pesaro nel 1790, interprete privilegiata del coreografo Viganò e artista nelle opere di Gioachino Rossini. L’intitolazione del salone di Palazzo Gradari porta a compimento la richiesta partita con la raccolta firme presentata dal Liceo Coreutico Marconi nel 2021, nei primi anni del loro percorso liceale. Ma sono tanti i cittadini che caldeggiavano la causa a testimonianza del fatto che la danza ha radici profonde nella storia di Pesaro ed è un’espressione artistica che connota il dna culturale del territorio. Artista dalle doti eccezionali, ‘modello di grazia e di morbidezza’, danzatrice e mima, Pallerini è stata musa eletta del coreografo e ballerino Salvatore Viganò e co-creatrice di un nuovo genere coreutico: il coreodramma. I contemporanei consideravano ineguagliate le sue capacità artistiche come attestano le lodi della critica e degli spettatori colti, primo fra tutti Stendhal che la definì ‘sublime’. Nella sua fiorente carriera è stata scelta da prestigiosi coreografi del tempo come Antonio Landini, Louis Duport, Giovanni Galzerani,, Carlo Blasis, Jean Aumer, Gaetano Gioia e Francesco Clerico e si è esibita nei più importanti teatri italiani e all’estero.