LA CARA DEI VECCHI
teatrOltre - posto unico €8- CARNET GOLD 8 spettacoli 55 euro- CARNET SILVER 5 spettacoli 40 euro
NETWORK DRAMMATURGIA NUOVA PROGETTO NICHEL
drammaturgia Elvira Buonocore
con Anna Carla Broegg
regia Pino Carbone
musiche Antonio Maiuri, Marco Messina
spazio scenico e costumi Pino Carbone
co-produzione Teatro Libero Palermo, Fondazione Luzzati/Teatro della Tosse Network Drammaturgia Nuova, Progetto Nichel
NdN è un progetto ideato da Idra Teatro
compagnia vincitrice del bando di produzione NDN 24/25 crediti del film
regia Pino Carbone
dop Emilio Costa
la Cara Anna Carla Broegg
vecchio 1 Demenza Alfonso D’Auria; vecchio 2 Ictus Darioush Forooghi
color e montaggio Rossella Frezza prod. esecutivo video Marcos Vacalebre Spaghetti Film
edizione Francesca De Nicolais
aiuto operatore Marco De Chiara
elettromacchinista Sergio Frasca stagisti Federica Langella, Giorgia Rossi, Alessandra Carandente scenografo Giuliano la Spina aiuto scenografo Luca Serafino
attrezzista di preparazione Rocco Caruso aiuto attrezzista di preparazione Marco Marino
stagista Giovanni Scaletta
truccatrice e SFX Sveva Viesti assistenti Martina Guadagno, Kuromi, Patrizia Francescone
si ringrazia Oasi di Silvia Scarpa e L’asilo – ex Asilo Filangieri di Napoli
La cara dei vecchi è la storia di una giovane donna sui trent’anni che vive in casa con i due nonni. L’accudimento e la cura scandiscono le ore, le giornate, i desideri.
Nella messa in scena, ideata da Pino Carbone, convivono due linguaggi – il cinema e il teatro – per raccontare la stessa storia.
Il film è girato in un interno casa, dove la carta da parati ingloba lo spazio, la vecchiaia, la malattia.
In scena la donna dialoga con un film che racconta la sua esistenza. Si sente una spettatrice ma è la protagonista. Ha una missione, descrivere e intanto sonorizzare il film con i pochi mezzi che possiede, una console, tre microfoni, i suoi dubbi, l’oggettistica e un forte senso di colpa e di frustrazione non privo di ironia. Non può fermare o interrompere o deviare il corso degli eventi, deve anzi portare avanti il film, costruire lo spettacolo scena per scena, seguendo il ritmo di ciò che vede. Sonorizzare il film vuol dire accudire i due anziani, far procedere praticamente la narrazione, e di pari passo la sua vita.
È la storia di una solitudine capace di raccontare un conflitto familiare, generazionale, sociale. Fino a che punto il peso di una generazione può ricadere sulle spalle di un’altra generazione? Fin dove può spingersi un essere umano per l’altro? L’amore, il senso di responsabilità la cura possono diventare una gabbia?
La lotta tra l’etica e l’amor proprio spinta fino ad un limite, fino ad un punto di rottura che sa di rivolta personale e generazionale.