Spettacoli

ZEROCENTIMETRI

HangartFest

06 Settembre 2019

Chiesa di Santa Maria Maddalena

- Posto unico €12 Ridotto €10 Speciale €8

prima assoluta, durata 50′

DaCru Dance Company (Italia)

Coreografia Marisa Ragazzo (Italia) e Omid Ighani (Iran)
Concept e regia Marisa Ragazzo

Interpreti Samar Khorwash, Alessandro Marconcini, Alessandra Ruggeri,
Serena Stefani, Claudia Taloni, Tiziano Vecchi
Disegno luci Giuseppe Filipponio
Organizzazione Alessandra Pagni
Con il sostegno di Compagnia Naturalis Labor
In collaborazione con Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto

A seguire, dopo lo spettacolo di Venerdì 6 settembre
Incontro con l’Artista
a cura di Carmelo Zapparrata, giornalista e critico di Repubblica, Hystrio e Danza&Danza

zerocentimetri nasce in uno spazio emotivo che misura da 0 a 45 cm.
La zona intima, quel pezzetto di mondo che appartiene alla zona intima, lì dove si sconfina nel contatto fisico, dove si sente l’odore, dove si avvertono le emozioni degli altri, dove il tono della voce si fa basso così come il volume.
Il fulcro del lavoro è la prossemica. Si riferisce alla dimensione nascosta di Edward Hall, illuminato antropologo che definisce la disciplina come “lo studio di come l’uomo struttura inconsciamente i microspazi, le distanze tra sé e gli altri esseri viventi e le strutture”. Di fatto la prossemica è la disciplina semiologica che studia i gesti, il comportamento, lo spazio e le distanze all’interno di una comunicazione, sia verbale sia non verbale.
Ancora una volta, la compagnia affronta il tema della comunicazione, la amplifica, la scardina, la spezza in più parti, fino ad arrivare al punto più profondo, il primo da dove tutto parte: il disagio dell’incomprensione.
zerocentimetri si estende in più direzioni oltre lo stato puramente danzato: il 90% della nostra comunicazione giornaliera è non verbale. Uno spazio potentissimo, a metà tra ciò che si è e ciò che si sa: il contatto visivo, la cinesica, le microespressioni facciali che non possiamo gestire, quelle volontarie, la postura, la gestualità.
In scena 6 danzatori, stereotipi descrittivi, contenuti in uno spazio liquido ed evocativo. Al loro linguaggio tecnico, pulito ed estremamente virtuoso, si affianca una forza interpretativa e scenica, umana, comunicativa ed emozionante. È un racconto teatrale.